L’infinito e la corrente dell’universo

Cosa significa davvero infinito? Lo spazio infinito, ad esempio, è tale perché è davvero senza fine, oppure siamo noi che non riusciamo a scorgerne i confini? Se non sapessimo ciò che ci insegnano a scuola e guardassimo il mare per la prima volta, non lo considereremmo forse infinito?

Pensiamo che lo spazio sia infinito perché la scienza conosciuta ha ipotizzato (e in teoria anche verificato scientificamente) che l’universo è qualcosa di una grandezza tale di cui non riusciamo a scorgere la fine e che continua ad ingrandirsi ad una velocità superiore a quella a cui possiamo misurare il suo ingrandimento. Ma forse, un essere trascendente le leggi fisiche del nostro universo, la fine la vedrebbe.

Si pensi ad una circonferenza. Percorrendola, si potrà passare infinite volte dallo stesso punto e realizzare molti giri. Se però i punti della circonferenza fossero tutti uguali e non esistesse alcun riferimento, la circonferenza stessa sembrerebbe un percorso infinito. L’universo non potrebbe quindi essere così? Avvolto su se stesso nella quarta dimensione e con un’assenza di punti di riferimento? Se così fosse, il punto di partenza, non sarebbe anche il punto di arrivo? Supponiamo che in questo continuo girare, ci stessimo portando dietro qualcosa ad ogni giro e che ad ogni passaggio sul punto di partenza, qualcosa cambiasse. Chi conosce il concetto di entropia può comprendere più facilmente ciò di cui parlo. L’entropia misura il disordine all’interno di un sistema ed è ciò che permette di definire la direzione normale in cui si muovono i processi. Ogni sistema (universo incluso) tende normalmente a muoversi dall’ordine al disordine. Questo in qualche modo crea una marcatura del processo, perché anche riportando il sistema allo stato iniziale, l’entropia è aumentata e non potrà mai più diminuire. Ogni passaggio dal via non avviene mai quindi alle stesse identiche condizioni del precedente o del successivo.

Ma allora, dobbiamo seguire questa tendenza oppure provare a contrastarla? Seguire il flusso significa, abbandonarsi e lasciarsi andare. Significa però anche creare maggior disordine e il disordine impedisce al flusso di scorrere, per cui fluire può diventare lento e doloroso. Contrastarla significa riordinare e ciò permette al flusso di scorrere meglio. Ma anche riordinare può diventare doloroso. E poi, se riordiniamo troppo, dato che l’entropia è sempre in aumento e mai in diminuzione, il sistema tenderebbe comunque a degenerare, e raggiungere lo stato di caos più rapidamente di quanto riordiniamo. Ma allora, meglio abbandonarsi completamente alla corrente dell’universo, oppure provare ad opporsi ad essa?

Giovanni Maglietta

33 comments