
09 Giu Il finestrino del tempo
La fisica quantistica ci insegna che il tempo da noi percepito è relativo, è connesso allo spazio e varia con esso e con la velocità. Lo spazio-tempo è un assoluto all’interno del quale, passato, presente e futuro coesistono. Ma allora perché noi percepiamo lo scorrere del tempo? Forse perché non è il tempo a scorrere, ma la vita. Sostenere che sia la vita a scorrere all’interno del tempo mentre il tempo è fermo, significa però anche sostenere un’altra cosa. Se siamo su un treno e guardiamo fuori dal finestrino, il paesaggio sembra scorrere verso di noi. Ma in realtà, è solo il treno ad essere in movimento, nella direzione opposta a cui sembra muoversi il paesaggio. Se però il tempo fosse il paesaggio e la vita il treno e stessimo guardando fuori dal finestrino, l’unico modo che avremmo per percepire lo scorrere del tempo relativo così come lo vediamo, sarebbe che la vita viaggiasse in direzione contraria. Dalla morte alla nascita. Dalla massima espansione dell’universo al Big-bang. L’entropia dell’universo non sarebbe quindi in aumento come sembra a noi ma in diminuzione. Staremmo quindi viaggiando verso una contrazione, verso l’ordine, verso la nascita. Può dunque la nascita essere il senso ultimo dell’esistenza?
Giovanni Maglietta
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