Maschere di carta – Ep.5

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Maschere di carta – episodio 1

Maschere di carta – episodio 2

Maschere di carta – episodio 3

Maschere di carta – episodio 4

Dal diario di Sarah…


Ieri ho ricevuto una telefonata inattesa. Era Jad, quell’uomo che avevo incontrato al bar. In qualche modo aveva scoperto il mio nome, trovato il mio numero di telefono, il mio indirizzo e ottenuto una serie di informazioni su di me. Altre ragazze avrebbero potuto spaventarsi ma non io e credo che lui lo sapesse o non si sarebbe comportato così. Il profilo di Jad mi è sembrato subito interessante, fin da quando aveva cercato di comprare il mio disegno per centocinquantamila euro. Povero illuso che pensa di poter ottenere tutto, grazie ai suoi soldi. Ma io gli ho fatto capire che si sbaglia. Lui però non si è arreso ed è ruscito a rendersi interessante, per questo ho accettato il suo invito. Mi ha accompagnato nella sua camera da letto, degna del resto della casa. L’enorme letto centrale rotondo è sovrastato da una struttura di tendaggi arabeggianti e ovunque, intorno, specchi. Immagino che dietro ci siano anche delle telecamere ma questo non è un mio problema. Appena entrati in camera, Jad si avvicina al mobile bar, dal quale estrae una bottiglia e due bicchieri. Poi aziona l’impianto stereo dal bluetooth dello smartphone. Mi serve da bere, qualcosa di fortissimo, qualunque cosa sia. Non glielo chiedo, non m’interessa. Il suo sguardo è quello di un mercante intento a valutare la merce, che finalmente può scartare la confezione e scoprire se il prodotto che ha acquistato è di suo gradimento, se è stato un buon affare.
Lascia cadere a terra il bicchiere e si avvicina, sfiorandomi con dita delicate e mi bacia sul collo. Questa volta, non faccio alcuna resistenza, lo lascio agire, voglio dargli l’illusione che la transazione sia avvenuta. Quando le sue labbra scendono sui miei seni, mi allontano di nuovo, e cammino verso il letto. Dandogli le spalle, mi volto a guardarlo da sopra la spalla e gli sorrido.
Posso percepire il suo respiro eccitato.
Cammina verso di me, mentre si sbottona la camicia e mi appoggia le mani sui fianchi. Si avvicina all’orecchio e dice: “Non puoi resistere”.

“Non voglio resistere. È questo l’unico motivo per cui puoi avermi. Ma questa notte sarò io a dettare le regole”. Poi, prima che le sue mani si muovono, aggiungo: “Adesso, avanti. Spogliami”.
La sua esitazione mi fa capire come quegli ordini lo mettono a disagio.
“Sei una stronza” mi dice, mentre mi spoglia e mentre le sue mani scendono delicatamente sulle mie braccia, provocandomi un brivido di piacere. Mi bacia sul collo, fino alla spalla, mentre io muovo la mia mano sul cavallo dei suoi pantaloni e stringo. La mossa raggiunge l’effetto desiderato. La nostra è una trattativa e in questo momento sono io a comandarla. Jad s’immobilizza, lasciandomi libera di agire e io accarezzo il suo corpo, sentendo il suo fervore attraverso i vestiti e voltandomi, raggiungendo la sua bocca con la mia. È in questo momento che ci lasciammo cadere sul letto e iniziammo un gioco perverso. Il suo obiettivo è possedermi, il mio fargli capire che non ci riuscirà. Lascio che le sue mani s’insinuino sul mio corpo, che accarezzino le mie zone più intime ma quando si spingono oltre, ribalto la situazione. Vedo come l’eccitazione confusa di un uomo abituato a comandare stia crescendo. È molto divertente, mentre è dentro di me e si muove con tanta abilità, come tra l’altro non avevo alcun dubbio che sarebbe accaduto, farlo soffrire, strozzando il desiderio ogni volta che sta per uscire dal suo corpo. Le lenzuola di seta sono morbide e profumatissime. Mi inebrio di quel profumo, mentre lascio finalmente Jad libero di gestire la situazione come una questione di business e godo della sua capacità di offrirmi piacere. Sento vibrare il suo corpo sudato e quando capisco che sta per raggiungere il culmine del piacere, decido di impedirglielo e lo costringo a cambiare posizione. So che non lo gradisce ma voglio condurre io, fino alla fine. E così quest’uomo abituato ad avere tutto, ora sta sotto di me, in mio completo potere, mentre con le mie spinte decido quanto deve godere e in che modo. Lui raggiunge l’orgasmo soltanto quando io decido che è il momento e poi mi scosto, sdraiandomi al suo fianco, stanca, ma non ancora appagata. Mentre Jad riposa ad occhi chiusi, prendo il mio i-phone e mi metto in posa. Con una mano mi accarezzo il pube, mentre con lo sguardo cerco di trasmettere l’eccitazione che ancora provo alla fotocamera. La post orgasmic selfie è, per me, l’atto preferito di ogni scopata. Non mi stancherò mai di ripeterlo. Ma questa foto mi serve anche per giocare… con Simon. Non è ancora nemmeno mezzanotte e lui mi sta aspettando. Gli spedisco la foto nella nostra chattata di WhatsApp aggiungendo come didascalia: “Ci vediamo tra mezz’ora? La sto tenendo in caldo per te”. Andarmene via subito, è parte del gioco, per far capire davvero a Jad, che quella di possedere tutto è solo un’illusione.

31 maggio 2015,
Sarah.

Maschere di carta – episodio 6

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