
27 Nov Maschere di carta – Ep.9
Hai già letto le puntate precedenti?
È da una settimana che Ryan non ha più notizie di Sarah ed una parte di lui è assolutamente contenta di ciò. L’ultima volta, avevano fatto insieme qualcosa che somigliava tanto allo sbarazzarsi di un cadavere e, pur non avendo idea di quale fine abbia fatto Jad, è presumibile non sia stata una bella fine. Eppure, nonostante questo e nonostante la volontà di dimenticare, Sarah è sempre nei suoi pensieri. È un’ossessione bionda, con indosso ancora quel vestito dalle bianche trasparenze e la maschera di porcellana. Anche adesso, mentre sta premendo il pulsante dell’ascensore e sta salendo in casa con Adele, la immagina spogliarsi di quell’abito e rimanere nuda. Adele è il chiodo scaccia chiodo, l’antidoto che Ryan aveva immaginato efficace per annullare l’effetto del veleno che Sarah gli aveva iniettato. Trentanove anni, un viso malizioso che sembra averne dieci di meno, occhietti furbi, capelli corti ed il fisico di una ragazza che dopo essersi appassionata al crossfit, da anni ormai partecipa alla Spartan Race. Adele è una collega dell’ufficio commerciale che dopo aver accettato l’invito di Ryan per un aperitivo, si è scolata tre moscow mule e adesso lo sta sbattendo contro la parete dell’ascensore. Le piccole mani di lei si muovono verso la cintura, la allentano, abbassano la lampo. Ryan le afferra con dolcezza e poi la guarda negli occhi. Adele sorride maliziosa ma Ryan in quegli occhi vede Sarah, anche mentre la bacia. Adele si avvicina, scivolando in un abbraccio nel quale Ryan però vorrebbe stringere Sarah. La porta a sé, chiudendo gli occhi e assaporandone il profumo che ricorda il cedro, provando a fissare nella memoria la sensazione del contatto con i seni di lei per desiderare almeno un po’ meno quelli di Sarah.
Ryan e Adele rimangono nella tenerezza dell’abbraccio finché l’ascensore giunge al piano e quando le porte si aprono, lui si sorprende a tenerla per mano mentre la guida verso la porta di casa.
“Ti posso offrire da bere?” Poco dopo, Adele sta scolando alla goccia un bicchiere di vino, poi si avvicina barcollando appena e dice, con il tono di chi vuole essere sexy ma ha bevuto un po’ troppo e, proprio per questo, risulta ancora più sexy, seppur in modo completamente differente: “Ora sono completamente ubriaca”, si lancia al collo di lui e lo bacia. Ryan e Adele scivolano sul divano, mentre le inibizioni di lei vengono sostituite dalla voglia di esplorare il corpo di lui e l’esplorazione del corpo di lei prova invece a sostituire invano il desiderio dell’altra, nella mente di lui. Ryan aveva sempre vissuto le situazioni con distacco, ne aveva fatto il proprio punto di forza e ciò aveva reso i rapporti semplici. Ma Sarah era già stata un’ossessione durante l’adolescenza e quell’ossessione adesso è tornata, più sexy che mai. Si ritrova quindi a sfilare in modo quasi meccanico le mutandine di Adele, lottando con il desiderio di immaginare che sia l’altra, la donna con cui adesso sta facendo l’amore, quella che sta godendo sopra di lui.
I due amanti nudi ora si tengono per mano. Adele è sdraiata sul divano, Ryan è seduto a terra, vicino a lei. Entrambi stanno fumando. Lei, dopo aver sbuffato una nuvoletta, dice: “Grazie… Era da tempo che non venivo tre volte in un’unica scopata”. Ryan le bacia la mano e non risponde.
“Cos’hai?”
“Nulla”
Ryan si alza e va in bagno. Si sciacqua il viso con l’acqua fredda, lo sfrega con l’asciugamano e poi si fissa attraverso lo specchio, sentendosi debole. Il desiderio è un demone che lo sta divorando, tormentandolo dall’interno. E così, incurante del fatto che Adele sia nuda sul suo divano, incurante del fatto che lui e lei hanno appena scopato, incurante del fatto che rivedere Sarah possa far tornare a galla la storia di Jad che sarebbe invece molto meglio dimenticare, scrive un messaggio.
Gli istanti trascorsi da quando compare la doppia spunta blu, fino a quando compare l’indicazione: “sta scrivendo”, sono interminabili.
Ryan torna da Adele che è ancora sdraiata sul divano, il piercing sul capezzolo in bella vista, una mano a sfiorarsi il pube rasato. Lei si volta e lui ignora il suo sguardo per leggere il messaggio sul telefono, con la risposta di Sarah: “Ti aspetto qui, a casa mia. Adesso.” E nel messaggio successivo, le coordinate dell’indirizzo.
Ryan alza gli occhi su Adele e le sorride, poi si accende un’altra sigaretta, si dirige in cucina e si versa una robusta dose di Bourbon. Odia e ama al tempo stesso quella bevanda, perché il sapore è troppo intenso ma l’effetto è impagabile. L’intenso sapore dell’alcolico lo aiuta a sgombrare la mente e riflettere. Sta appoggiato allo stipite della porta e guarda il corpo nudo e bellissimo di Adele, con un sedere di marmo e due seni che tolgono il fiato. Le gambe appena divaricate, la mano ora sta accarezzando il piercing sul capezzolo.
Ryan ingolla il whisky e dice: “Cara…”
Lei si volta ma invece di guardarlo negli occhi, il suo sguardo cade un poco più giù: “Vuoi già ricominciare?”
Ryan sorride, evasivo, rendendosi conto che il pensiero di Sarah ha risvegliato la sua eccitazione, la quale ora sta creando uno spiacevole equivoco con Adele. E questo equivoco, unito alla bellezza di Adele ed al suo sguardo voglioso, fanno crescere ancora ulteriormente il suo piacere. E così, Ryan ora è vicino ad Adele o meglio, la bocca di lei sta afferrando la sua parte più sensibile al piacere e la sta facendo scivolare in sé, prendendosene cura con la lingua. “Adele…”
Lei si immobilizza e con il suo pene in bocca, ruota gli occhi per guardare nei suoi.
Ryan dice: “Non so come dirtelo… Io credevo avrei passato tutta la serata con te ma, a dire il vero… mi è appena sopraggiunto un impegno importante e inaspettato”, le prende il mento con una mano “Avrei voluto prepararti una cena speciale, bere del buon vino, magari guardare un film romantico… anzi una commedia divertente”, le solleva il capo e mentre lo avvicina a sé, anche lui scende con il viso su di lei “Mi sento tremendamente in colpa… ma devo andare” e la bacia.
“Quanto tempo ho per prepararmi?”
“Io esco nel giro di un quarto d’ora… tu puoi stare qui quanto vuoi. Puoi anche ordinare da mangiare, se ti va… offro io… farti una doccia, guardare la televisione… E quando desideri andare a casa… chiama pure un taxi, ovviamente a carico mio. Mi dispiace troppo per questa…”
“Non credo sia il caso”
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